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Endurance, una nave bloccata nei ghiacci del Mare di Weddell

“Il 30 settembre (1915), fu una brutta giornata. Era cominciata bene, perché la mattina avevamo catturato due pinguini e cinque foche, avvistandone altre tre. Ma alle 15 le fenditure che si erano aperte durante la notte lungo la nave cominciarono a muoversi in direzione laterale. La nave sostenne una pressione terrificante sulla fiancata sinistra verso prua, subendo i colpi più duri sotto il trinchetto. Fu la peggior compressione che avessimo sperimentato. I ponti tremarono e sobbalzarono, i bagli s’inarcarono, e i puntali furono scossi e si deformarono. Ordinai a tutti gli uomini di tenersi pronti per qualsiasi emergenza. Perfino i cani sembravano percepire l’ansia e la tensione del momento.Ma la nave resistette valorosamente, e quando sembrò che avesse proprio raggiunto il limite, l’immenso blocco di ghiaccio che stava premendo su di noi si spezzò, allentando così la pressione. – Il comportamento della nostra nave nel ghiaccio è stato magnifico – scrisse Worsley, – Da quando i ghiacci ci hanno assaliti, la sua fedeltà e la sua resistenza sono state, in varie occasioni, quasi oltre l’immaginabile. E’ stata sottoposta a una pressione di un milione di tonnellate e si è sollevata nobilmente, ricadendo sul ghiaccio, fuori dall’acqua. E’ stata lanciata su e giù come un volano, una buona dozzina di volte. E’ stata deformata dalla spaventosa pressione, al punto di far inarcare i bagli verso l’alto; perfino i fianchi si sono aperti e richiusi, come se davvero si fosse piegata e curvata nel senso della lunghezza, gemendo come un essere vivente. Sarebbe proprio triste se, dopo dieci mesi della lotta più coraggiosa e ardita mai combattuta da una nave, una così valente imbarcazione dovesse finire schiantata nella stretta inesorabile del pack di Weddell, che lentamente la va strangolando.- L’Endurance meritava tutte le lodi possibili.”