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Carrozze nel traffico

– Il concetto di strada
– Oggi, un automobilista al volante
– Un tempo, un cocchiere alle briglie
– Gli incidenti
– Cavalli in affitto
– Il concessionario
– Servizio a nolo
– Il sistema delle poste
– Considerazione spontanee

Il concetto di strada
Per evocare lo scenario di cosa volesse dire viaggiare in carrozza, ecco cosa scrisse nel 1600 il poeta polacco Krasinski:
“continuamente il cocchiere grida dalla cassetta e il battistrada geme e piagnucola incitando i cavalli, oppure li colpiscono con la frusta. Così rapito e avvolto da suoni e parole, correvo, correvo, correvo e più di cento volte pensai che la carrozza si sarebbe spaccata, ribaltata, sarebbe affondata nel fango, e i cavalli sarebbero caduti e crepati. Per tre lunghissime notti da nessuna parte c’era un posto dove ci si potesse lavare, perché lavarsi in queste osterie, scendere dalla carrozza in questi cortilacci pieni di fango, sarebbe stato cosa più sporca che non lavarsi affatto”.

Oggi, un automobilista al volante:
…strada asfaltata, segnalazioni stradali, indicazioni, semafori. Piove:aziona il tergicristalli, sole: mette gli occhiali. Procede dritto per qualche chilometro, svolta all’incrocio x, imbocca l’autostrada, occhio al cartello, segue l’indicazione per il paese o la via tal dei tali… fermo allo STOP….questo accade oggi

Un tempo, un cocchiere alle briglie:
.…terreno ricoperto dal fango se piove, alias polverone nelle giornate di sole. Tragitto impervio fatto di sali e scendi, di colline e collinette. Piove: metti il cappello e alza il bavero, dopo cinque minuti si ritroverà impillaccherato fino al collo di fango. Non sarà certo una strada di facile percorrenza. Sole: evita di respirare se non vuole inalare polvere e pietre. Quale indicazione seguire? Non c’erano incroci, né semafori, tanto meno i corsi o le autostrade o i cartelli segnaletici. Era facile smarrirsi nei boschi…questo accadeva un tempo.

Gli incidenti
I rischi più frequenti per chi viaggiava in carrozza riguardavano la rottura di ruote e di assi, inoltre i carri non avevano molle (almeno al principio) e questo influiva oltre che sulla stabilità anche sulla comodità del viaggio. Per non parlare della manutenzione. Il maggior disagio consisteva nel trovare la giusta direzione. Se è vero che c’erano poche strade, queste non erano molto battute e con difficoltà si notavano sul terreno i segni del passaggio di altri carri. Vennero così utilizzati i pioppi: lungo i percorsi maggiormente battuti, sovente lungo le sponde dei fiumi, gli alberi rendevano decisamente visibile la direzione, e il paesaggio acquisì un aspetto suggestivo. Lungo le vie cittadine le cose andavano peggio in un certo senso, poiché le carrozze trainate da quattro cavalli e anche da otto cavalli, mettevano a dura prova l’abilità del cocchiere che necessitava di grandi spazi e indiscutibile capacità di guida nello svoltare o nell’evitare inevitabili strofinamenti tra le ruote delle carrozze provenienti dall’opposto senso di marcia. Non era così insolito che le carrozze si ribaltassero, con tutto quanto c’era dentro, inclusi i passeggeri.

“Cavalli in affitto”
Se il viaggio era molto lungo, normalmente i ricchi e nobili viaggiatori affrontavano le impervie della strada a bordo di carrozze trainate dai cavalli della proprie scuderie, ma spesso trattandosi di lunghi e faticosi tragitti, si ricorreva all’uso di affittare i cavalli, proprio come oggi si noleggiano le macchine. Per una bizzarra ed imponderabile legge di compensazione, mentre gli addetti al seguito venivano licenziati, non manco’ un fiorente avvenire per i nuovi imprenditori del trasporto.I cavalli non venivano usati solo per trainare le carrozze, ma anche per il trasporto fluviale. Le chiatte che un tempo non erano dotate di motore, venivano letteralmente trainate dai cavalli che legati con delle lunghe corde alle imbarcazioni, percorrevano le sponde trascinando con grande fatica il peso dell’imbarcazione.

Il concessionario
Nel 1600 non esistevano ancora le trasmissioni di televendita, ma c’erano i concessionari. Ovvero i mastri presso le botteghe artigianali dove l’acquirente poteva sbizzarrirsi alla ricerca del modello di carozza piu’ a la page. C’era l’imbarazzo della scelta: dalla Berlina alla Landau, la Vis-a-vis (molto carina), e c’era anche la dog-car per portare i cani a caccia, poi venne la Brougham Coupè e tante, tante altre. C’erano anche gli optionals ovviamente: carrozze da quattro cavalli, da sei o da otto; per due persone, per quattro o anche di piu’.

La ditta Symons di Bruxelles, costruttrice della carrozza di Napoleone durante i sui frequenti viaggi da un angolo all’altro dell’Europa, fece fortuna in quegli anni. E poiché le carrozze costavano assai care e rappresentavano il mezzo più comodo e all’avanguardia in fatto di viaggi, vennero accessoriate con ogni comfort oltre che arricchite da preziosi dettagli, tanto per fare invia agli altri! Ogni nobile o ricco possessore di carrozza ne aveva una, con l’effige personalizzata e riconoscibile da lontano.

“Un vero gentiluomo dovrebbe trattare la carrozza con la stessa cura che riserva al proprio guardaroba” Questo fu il suggerimento dato da un medico ad un giovin signore in procinto di mettersi in strada, poiché “i materiali di cui è fatta la vettura non son meno delicati del suo salottino”.

Servizio a nolo
Parigi fu la prima città dove venne istituito un servizio permanente di nolo di carrozze e, successivamente, ci fu il pionieristico tentativo di organizzare il primo servizio di omnibus, progettato nel 1662. Dalla seconda metà del secolo si diffusero i manualetti pratici in formato tascabile ad uso del viaggiatore. In tali manuali venivano indicati i collegamenti stradali, italiani ed europei con gli itinerari dotati di fermate di posta e le fiere piu’ importanti.

Il sistema delle Poste
L’idea fu originariamente di permettere ai viaggiatori di ristorarsi e di cambiare i cavalli durante i lunghi tragitti. Poi il servizio assunse un altro scopo, infatti nel ducato di Parma e Piacenza, poi in altri, venne adibito un servizio con carrozze guidate da postiglioni, per il trasporto di plichi e lettere. La posta aveva priorità assoluta, il transito delle vetture di posta era riconoscibile dal suono del corno e tale segnalazione era severamente vietata a tutte le altre vetture.

Considerazioni spontanee
Sete pregiate, legni intarsiati, stemmi, elementi in ferro battuto e cesellato, molle e finestrini, portabagagli e scalette, perfezionarono sempre più il design delle carrozze e intanto i modelli si moltiplicavano. Il più richiesto era l’HAMSON-CAB, a due posti con cassetta di guida posteriore rialzata, era velocissima ed estremamente maneggevole, ed era molto diffusa nelle metropoli industriali inglesi. Certo, la carrozza non usava la benzina, non inquinava… occorreva solo parcheggiare tenendo conto dei cavalli. Questo sarebbe un problema oggi, dove potremmo metterli i cavalli?