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Margaret Fountaine

Margaret Fountaine– Un alibi formidabile
– Unico scopo di vita
– Professione entomologa
– Collezione di farfalle
– Egoismo?
– Un buffo vestito
– Un biondo dragomanno
– Una fattoria in Australia
– Volontà testamentarie

Un alibi formidabile
La letteratura dell’Ottocento, e non solo, ha sovente descritto uno stereotipo femminile di donna “leggiadra”, considerata fragile o di cagionevole salute. A dispetto dell’opinione comune, che voleva la donna confinata a casa, ben protetta tra i muri domestici, ammogliata o in attesa di marito, tra i viaggiatori del passato c’è stata una donna (e non fu la sola) che ha disatteso con sorprendente intelligenza le aspettative della classe borghese della vecchia Inghilterra di fine Ottocento. Pur di viaggiare ella ha applicato alla lettera quelle virtù che l’uomo del tempo le assegnò, volente o nolente: la “leggerezza”, l’essere una donna vanitosa e amabile, essere sfuggente, impalpabile. Si chiamava Margaret Fountaine ed era una collezionista di farfalle, un’entomologa. Con le stesse armi fornitele dall’uomo, essa ha capovolto il suo destino e ne ha fatto uno di quei pezzi rari di storia di vita il cui valore umano è immenso. Come immenso è il patrimonio da lei lasciato ai posteri: una collezione di ventiduemila esemplari di farfalle, donato al Castle Museum di Nordwich, terra natale. Quale alibi migliore per una donna di fine Ottocento, inseguire fragili farfalle colorate?

Unico scopo di vita
Margaret non era bella, ma attraente, aveva un aspetto fragile e l’aria timida. Alta e snella, decisamente civettuola. Era esigente, ma tutt’altro che frivola nelle sue scelte amorose, anzi, dai diari emerge che era decisamente pudica e che era anche molto ironica. Scrisse di sé, durante una delle tante crisi d’amore (perché fu molto corteggiata):

“piansi fino allo sfinimento, poi mi sentii scivolare nel sonno a poco a poco, domandandomi confusamente se le lacrime non avrebbero macchiato la fodera”.

Nata nel 1862, maturò fin da giovanissima la passione per i viaggi e la determinazione con una scelta di vita inappellabile come le parole scritte nel suo diario nel 1883:

“tra un mese avrò raggiunto i ventun anni, e allora sarò libera di scegliere la mia strada nella vita. La mia passione dominante è l’indipendenza. Sono totalmente priva di ambizione”.

Professione entomologa
L’innocente passione d’inseguire farfalle è divenuta poi la primaria occupazione di Margaret Fountaine. Tutto nacque durante una vacanza estiva, giocando con un’amica, un gioco che avrebbe rappresentato il lasciapassare della sua vita: girò il mondo da sola, fuggì dal matrimonio a cui era destinata, non accettò compromessi:

“Perché rinunciare alla mia libertà in cambio di una sistemazione piu’ conveniente agli occhi del mondo?”

Inseguì farfalle in Africa in Australia e in Cina. Vide il mondo, allora sconosciuto, servendosi di treni e piroscafi, viaggiò in bicicletta e a dorso di mulo, affrontò le febbri tropicali, dormì in capanne di fango. La sua gioia fu immensa. Non aveva simpatia per le sue coetanee, le considerava pavide e noiose, ipocondriache, deboli, pettegole e di mente ristretta.

Collezione di farfalle
Margaret Fountaine pezzò il cuore a molti spasimanti, lasciandosi avvicinare per fuggire via come una farfalla, appunto. Durante il suo soggiorno a Palermo racconta come un giovanotto la abbordò:

“Signorina, mi piacerebbe tanto vedere le sue farfalle. Acconsentii, dicendo che gliele avrei mostrate l’indomani mattina, dato che erano molto piu’ belle alla luce del giorno. Il giovane imbarazzato per un momento, insistette dicendo che a lui sarebbero sembrate piu’ carine di notte. Allora capii che vedere le farfalle, nel suo programma, implicava una visita nella mia camera da letto e “siccome non avevo intenzione di lasciare invadere la mia virginale stanza né da lui né da chiunque altro, replicai: benissimo, le vedrà, se avrà la compiacenza di aspettare in salone. Portero’ giu’ le farfalle e gliele mostrerò. Non rividi piu’ il giovanotto”.

Egoismo?
Chi ha provato nella vita, cosa voglia dire decidere di partire per sempre, non può che rimanere soggiogato dalle parole che Margaret che scrisse quando era in Grecia:

“sostai ad Atene due notti, ma non vedevo l’ora di tornare nel mondo solitario della natura, libera di vivere la vita autentica, lontano dai convenzionalismi della civiltà. La libertà è la gioia suprema della vita. Grazie al cielo sono poche le persone delle quali mi importa davvero; vorrei che non ce ne fosse nemmeno una. Prima di lasciarlo voglio vedere quanto più possibile, di questo mondo; e la vita è penosamente breve. Sono gli affetti che ci legano in un solo posto della terra: se non fisicamente, nello spirito. Alla fine tutta la vita è passata, e non abbiamo compiuto nessuna di quelle grandi cose che la nostra alata immaginazione ci portò a supporre di poter compiere”.

Un tale atteggiamento nei confronti della vita spesso era ed è considerato un vile egoismo, spregiudicata mancanza di amore per il prossimo, ma quanti hanno pensato o pensano: ha fatto bene….La sedentarietà quale peggior nemico dell’anima, scrisse qualcuno…

Un buffo vestito
Miss Fountaine percorreva ogni giorno moltissimi chilometri a piedi, vestita in tal modo da destare stupore tra i passanti: un paio di pantaloni di tela abbondanti e rigonfi da un lato, un cappello di tela, la rete per raccogliere le farfalle, uno zaino e una retina di riserva. Durante la permanenza in Italia annotò sul diario che la più diffusa opinione che si aveva di lei era che fosse una matta innocua…e certo faceva cose strane come intrappolare le Apatura Ilia, attirandole con carne putrefatta di topo, talpa e gufo. Poi sperimentò una mistura di miele, rum e zucchero spalmandola sui tronchi e riuscì nell’intento.Le dava rimorso rapire le fragili creature al sole: “la morte delle farfalle è il solo problema per un entomologo…”Un buffo vestitoMiss Fountaine percorreva ogni giorno moltissimi chilometri a piedi, vestita in tal modo da destare stupore tra i passanti: un paio di pantaloni di tela abbondanti e rigonfi da un lato, un cappello di tela, la rete per raccogliere le farfalle, uno zaino e una retina di riserva. Durante la permanenza in Italia annotò sul diario che la più diffusa opinione che si aveva di lei era che fosse una matta innocua…e certo faceva cose strane come intrappolare le Apatura Ilia, attirandole con carne putrefatta di topo, talpa e gufo. Poi sperimentò una mistura di miele, rum e zucchero spalmandola sui tronchi e riuscì nell’intento.Le dava rimorso rapire le fragili creature al sole:

“la morte delle farfalle è il solo problema per un entomologo…”

Un biondo dragomanno
Era un giorno di maggio, Margaret aveva circa quarant’anni e stava salendo su una carrozza alla stazione di Damasco, quando salì con lei un passeggero, un insolito biondo siriano dagli occhi grigi: era Khalil. L’unico uomo possibile col quale questa donna, non più giovane, potesse decidere di condividere la vita. Khalil non “pretese” la sua libertà, (parliamo del 1800) e viaggiarono assieme, per molto tempo, per sempre. La famiglia di Margaret continuava a fare molte pressioni affinché lei rientrasse in patria per condurre una vita “normale”, ma si dovette rassegnare quando ella scrisse:

” Il mio mondo è nei torridi deserti dove tribu’ nomadi siedono attorno ai loro fuochi notturni. Il mio mondo è nelle foreste e sulle montagne”.

Con Khalil andò a Calcutta e poi a Madras. Quindi fu la volta dell’Australia, poi andarono a cercare farfalle a Penang, Kuala Lumpur e Singapore. Poi Celebes e la Nuova Guinea. Il mondo stava cambiando nel frattempo: la sicurezza delle certezze vittoriane era sfumata, presto sarebbero arrivate le guerre, ma Margaret non si lasciò scoraggiare.

Una fattoria in Australia
Per mantenersi Margaret si ritrovò ad abbattere alberi in una fattoria australiana, poi visse negli Stati Uniti e si entusiasmò per la città di Los Angeles e la nascente città del cinema, Holliwood. Esplorò i grandi fiumi sudamericani, si smarrì nella giungla africana. Divenne una entusiasta passeggera dei nuovi aeroplani, rimpiangendo che non ci fossero linee aeree quando visitò posti all’epoca ignoti. Divenne una famosa entomologa, anche se qualcuno rimase scettico a riguardo (… una donna……di fine Ottocento). Conobbe anche il grande collezionista lord Rotschild.

Volontà testamentarie
Era il 1940, all’età di settant’otto anni venne trovata morente sul ciglio di una strada, nell’Isola di Trinidad, Indie Occidentali. Aveva accanto a sé una rete per farfalle.
Margaret Fountaine aveva saputo scegliere il suo destino e sapeva guardare avanti con tale lungimiranza che per dettate volontà testamentarie, il suo diario venne pubblicato esattamente cento anni dopo il suo sedicesimo anno di età: l’alba dell’emancipazione femminile.