L’esploratore Gordon Cumming descrive così il suo abbigliamento da viaggio:
“i miei vestiti erano formati da una camicia di lino grezzo, un kilt o dei pantaloni al ginocchio in pelle di daino, un cappello in feltro morbido con un sottogola di pelle e un paio di veldtschoens, cioè scarpe fatte in casa. Non ho mai portato cappotti, panciotti e fazzoletti da collo. Ho sempre cacciato a braccia nude e, assicurata al mio polso sinistro con una doppia cinghia, avevo una persuasiva frusta di cuoio. Indossando due cinture di cuoio, la più piccola delle quali serviva a tenere su i pantaloni e ad appendervi il calcatoio di corno di rinoceronte. La più grande, invece, aveva quattro tasche di pelle di lontra, con i lembi per abbottonarle. Nella prima tasca, tenevo le capsule, nella seconda l’astuccio per la polvere da sparo, nella terza i proiettili e due coltelli a serramanico ben affilati, nella quarta una bussola, la pietra focaia e l’acciarino. Infilato nella cinta tenevo anche un piccolo maglio, fabbricato con un corno di rinoceronte. Abitualmente portavo con me la mia arma preferita, un fucile a doppia canna, che non è molto indicato quando si cavalca, specialmente se lo si deve ricaricare velocemente”.