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Le radici dell’ospitalità

L’ospite dopo tre giorni puzza come il pesce.
Si diceva in Italia e in Danimarca fin dal 1500. Un detto germanico invece sosteneva:
Gli ospiti e vale per tutti, dopo due giorni sono brutti, oppure I primi due giorni ospite, a partire dal terzo domestico.

Perché nascono questi modi di dire?

L’ospitalità gratuita nasce in epoca ben lontana, anzi arcaica, poiché si credeva che gli avventori fossero in realtà degli Dei giunti in incognita sulla terra. In sintesi assai ironica- una sorta di primordiali Gourmet Gambero Rosso!
All’epoca i viandanti erano ospitati in case private e per conquistarne la benevolenza o scoprire i motivi del viaggio, il rituale era assai complesso ma efficace. Cosi’ ospitare diventò un modo per scambiare informazioni, stipulare contratti.
Ed anche scambiare i piaceri del letto.

Offrire la moglie allo sconosciuto non era usanza esclusiva del popolo Inuit. Per gli eschimesi, isolati nelle fredde e buie notti artiche, tale usanza era d’utilità sociale quanto per la società dell’epoca favorire la protezione degli Dei o del nemico.

Poi ebbero inizio i commerci, le esplorazioni e purtroppo le guerre, e l’ospitalità ha assunto regolamentate forme. Da gratuita si trasformò in dovuta, coattiva e quindi a pagamento, con la nascita delle prime locande e alberghi, che risalgono all’epoca dei pellegrinaggi. E ospitare qualcuno costa caro, oggi come allora!

Un piccolo esempio
Accogliere la Corte di Ottone il Grande o Filippo I di Savoia, era un’impresa complessa. Il Re e la Regina, non partivano da casa con la monovolume, la prole stipata tra i bagagli e il canotto sul portapacchi, bensi’ a cavallo, con qualche migliaio di persone al seguito. Gli appetiti pantagruelici non lasciavano alternative, i servi erano costretti a trasportare tutto l’occorrente da casa e se non bastava dovevano procurarlo lungo il cammino.

Non esisteva il frigorifero, né il fax per prenotare 1200 camere con colazione, allo Sheraton di Aquisgrana! Per sfamare la corte, le provviste di cibo sovente non erano sufficienti e allora venivano sottratte ai già poveri contadini dei villaggi incontrati lungo il cammino. Il soggiorno durava pochi giorni, pare tre…ma bastava per ridurli alla fame.

Un esercito di persone, oggi ribattezzato come “addetti alla ricezione alberghiera”, doveva predisporre i letti e organizzare colossali Catering Medievali.
Quando la corte in visita veniva ospitata presso il castello del Re, una moltitudine di servi, contadini, stallieri, cuochi e faccendieri animavano freneticamente cucine, corridoi, stalle e cortili dei castelli e venivano allestiti appositi accampamenti per la notte.

Il Fugator Ranarum
Una figura professionale che era molto ricercata nel Medi Evo e non compare piu’ ai giorni nostri tra i tanti camerieri, chef d’alto rango, beachmen e g.e.o. (gentile animatore), era il FUGATOR RANARUM. Colui che provvedeva a far tacere le rane negli stagni per non turbare il sonno dell’insignito ospite.
Peccato per chi si è trovato alle Galapagos nell’estate 2001, visto che un’invasione di rane, le Scinax Quinquefasciata, proliferavano sull’arcipelago! Sarebbe stato utile!
Donna, inserto La Repubblica, 7/8/2001

La Reception
Se ai tempi odierni in albergo è un po’ raro incappare nel FUGATOR RANARUM, ci sarà sicuramente una RECEPTION.La Reception, altro non era che un tavolo ove gli avventori si ritrovavano assieme all’oste, per definire i costi del soggiorno, inclusivi di cibo e custodia dei cavalli.

Guai a non concordare la cifra prima di alloggiarsi, s’incappava in feroci discussioni e rimaneggi di conti al momento della partenza. In compenso, se la pulizia lasciava a desiderare e per bagno si usava il letamaio, chi possedeva un cavallo aveva il letto gratis.

Pulizia
Nasce verosimilmente nel XVI secolo, l’uso della camicia da notte, e non solo perché faceva freddo.Sull’argomento molto ci sarebbe da raccontare…visitate la sezione abbigliamento! Turisti del nuovo millennio, assidui frequentatori di alberghi pluristelle, se l’ultima vacanza alle Bahamas o a Sharm El Sceik vi ha lasciato l’amaro in bocca, consolatevi al pensiero di cosa sopportavano i viaggiatori di epoche lontane.