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– Una sfida a suon di vele
– Inglesi e americani
– I primi costruttori
– Erano bellissimi
– Cosa trasportavano i clipper?
– Periodo storico
– Lo stivaggio del tè
– La Grande Corsa del Tè del 1866
– Colpo di scena
– Notizie da Londra
– Chi vinse la sfida…

Una sfida a suon di vele
L’ultima sfida sul mare l’abbiamo vista ad Auckland in Nuova Zelanda, stiamo parlando della XXXI – 31° edizione dell’America’s Cup. Vele spiegate e strambate. sponsor miliardari e prodigi della tecnica si sfidano in battaglie, oggi mediatiche, senza precedenti, le meraviglie della tecnologia nautica solano i mari: vince il più forte, il più bravo, il più smaliziato……ma nulla a che vedere con la Grande Corsa del Tè del 1866.

Inglesi e americani
Era l’autunno del 1852 e sulle pagine del Bell’s Life apparve un annuncio: “l’American Navigation Club ha sfidato le navi di costruzione britannica a una gara di velocità tra un porto inglese e un porto cinese e ritorno”. L’articolo attirò l’attenzione degli abituali lettori della cronaca sportiva, si precisava che il premio in palio ammontava a 10.000 sterline: i clipper avrebbero dovuto viaggiare a pieno carico e avere una stazza non inferiore alle 800 e non superiore alle 1200 tonnellate. Seguiva il seguente commento: “gli americani vogliono misurarsi con noi e la nostra tradizionale cortesia esige che non ci tiriamo indietro”. Ma la sfida non fu raccolta, gli inglesi non sentirono il bisogno di difendere la propria supremazia contro gli americani.

I primi costruttori
Il primo clipper della storia fu costruito nei cantieri americani intorno al 1840, poi vennero gli inglesi. “Ogni uomo di mare lo considerava di una bellezza perfetta, era in grado di fare qualunque cosa, gli mancava solo la parola”. Questo era il commento che la visione di un clipper suscitava nell’animo, talmente era bello ed innovativo. I clipper erano navi a vela, fatte di legno, le più veloci mai costruite. Filavano ad una velocità di 21 nodi e percorrevano fino a 400 miglia al giorno, un primato per l’epoca. Lo scafo era lungo e snello, la prua affilata e la poppa inconfondibile, era a forma di coppa; gli alberi erano inclinati e sostenevano un grandissimo numero di vele, velacci e controvelacci. Il mitico Cutty Sark, varato a Londra nel 1869, era dotato di 3.000 metri quadri di vele governate da 16 chilometri di manovre. “Chi vedeva il tagliamare di un clipper fendere in piena velocità i mari spazzati dal vento tra New York e San Francisco o tra Londra e Hong Kong, era testimone della quintessenza della navigazione a vela”.

Erano bellissimi
Il primo clipper della storia fu costruito nei cantieri americani intorno al 1840, poi vennero gli inglesi. “Ogni uomo di mare lo considerava di una bellezza perfetta, era in grado di fare qualunque cosa, gli mancava solo la parola”. Questo era il commento che la visione di un clipper suscitava nell’animo, talmente era bello ed innovativo. I clipper erano navi a vela, fatte di legno, le più veloci mai costruite. Filavano ad una velocità di 21 nodi e percorrevano fino a 400 miglia al giorno, un primato per l’epoca. Lo scafo era lungo e snello, la prua affilata e la poppa inconfondibile, era a forma di coppa; gli alberi erano inclinati e sostenevano un grandissimo numero di vele, velacci e controvelacci. Il mitico Cutty Sark, varato a Londra nel 1869, era dotato di 3.000 metri quadri di vele governate da 16 chilometri di manovre. “Chi vedeva il tagliamare di un clipper fendere in piena velocità i mari spazzati dal vento tra New York e San Francisco o tra Londra e Hong Kong, era testimone della quintessenza della navigazione a vela”.

Cosa trasportavano i clipper?
A quel tempo i clipper rappresentavano il principale mezzo di trasporto rapido di merci. I clipper inglesi trasportavano farina dalla California, attrezzi di scavo per la corsa all’oro in Australia e tonnellate di tè dalla Cina. Quelli americani erano utilizzati per il trasporto nazionale, e collegavano la costa atlantica al pacifico, doppiando Capo Horn. Il Canale di Panama non era ancora stato costruito, i clipper americani erano progettati per percorrere 15.000 miglia di mare in un tempo medio occorrente di 110 giorni. Mesi di navigazione tra burrasche, piogge, gelo, vento e i velieri più veloci si guadagnavano il carico successivo e la speranzadi battere un record. La grande sfida per la supremazia dei mari, appassionava tutti, anche chi non era del mestiere. Ad ogni varo o partenza di un clipper, si facevano scommesse su chi sarebbe stato più veloce. Gli uomini dell’equipaggio si giocavano anche la paga di un mese e, tra i capitani, si usava scommettere un cappello di pelo di castoro.

Periodo storico
Tra il 1857 e il 1860, gli Stati Uniti attraversarono una grave crisi economica. Lacosta del Pacifico non dipendeva più dalla costa Atlantica poichè produceva grano, macchine utensili e quanto era necessario. Il tonnellaggio delle merci esportate via mare quindi subì un notevole calo, il resto transitava sui 50.000 km di ferrovie che nel frattempo erano stati costruiti. Le costruzioni navali pertanto subirono una battuta d’arresto. Poi, nel 1860 scoppiò la Guerra di Secessione. Fu in quel periodo che gli inglesi costruirono clipper all’impazzata: più piccoli, quindi più leggeri e veloci di quelli americani. In questo modo gli Inglesi divennero gli incontestabili costruttori di clipper e i traffici marittimi con la Cina si consolidarono saldamente fino a culminare nella Grande corsa del Te del 1866.

Lo stivaggio del tè
Lo stivaggio di un raccolto di tè a bordo dei clipper era assai complesso, anzi era un’arte. Il tè è molto leggero quindi bisognava zavorrare la nave per assicurarne l’assetto. Sul fondo della stiva venivano posti 100 tonnellate di pani di ghisa e se il clipper era più grande si aggiungevano anche fino a 200 tonnellate di ghisa. Sopra la zavorra venivano poste della assi e quindi si poggiavano le casse o mezze casse contenenti il tè. Quello di qualità migliore veniva messo sopra a quello meno pregiato, per metterlo al riparo da eventuali infiltrazioni d’acqua durante le burrasche. Tra gli interstizi rimasti tra una cassa e l’altra, venivano gettati ghiaia o sassi e il tutto veniva ricoperto con canne di bambù. Stoccato a quel modo, il carico non si muoveva di un millimetro. Fu così che vennero stoccate tonnellate e tonnellate di tè, all’ancora della Pagoda, il porto più pittoresco di Foochouw in Cina. Era il mese di maggio del 1866 e 16 clipper salparono contemporaneamente per disputare la Grande Corsa.

La Grande Corsa del Tè del 1866, si parte!
Il numero dei velieri salpati dal porto cinese, era senza precedenti. Ognuno partecipò alla gara per assicurarsi il premio di 10 scellini per ogni tonnellata di tè. Tra i velieri spiccavano nomi famosi come: il Serica, il Taeping, il Fiery Cross e il Taitsing, tutto in legno di teak e mogano. Infine vi era l’Ariel, splendido e affilatissimo, passato alla storia per la quantità di ottoni con cui era rifinito. A bordo erano impiegati addirittura 4 uomini, addetti esclusivamente alla lucidatura che avveniva tutti i giorni dalle sei del mattino alle sei di sera. Tutti clipper erano pronti, il raccolto del tè era stato stoccato e l’Ariel levò le ancore per primo. Mal’euforia a bordo dell’Ariel durò poco, giusto il tempo per realizzare che il imorchiatore Island Queen, incaricato di condurre in mare aperto il veliero, era il rimorchiatore più goffo della Cina, “buono a qualcosa” – si diceva – “soltanto in acque calme”. Fu così che l’Ariel incappò in una corrente contraria e l’equipaggio si vide presto superato dal Fiery Cross. Una serie di manovre, di prove d’abilità, di avverse circostanze climatiche, resero ardua la gara. I partecipanti si sfidarono fino all’ultimo respiro per battere il record e attraccare a Londra per primi. La gara terminò nei primi giorni di settembre e un colpo di scena la consacrò alla storia.

Colpo di scena
A poche miglia dall’attracco comparvero l’Ariel e il Taeping,la marea non eraancora montata quindi i capitani attesero il momento propizio per entrare in porto. Nel frattempo gli scommettitori che attendevano al molo erano ansiosi: la corsa non era ancora terminata, la vittoria sarebbe stata assegnata solo dopo che il carico fosse stato scaricato sulla banchina. L’Ariel sembrava in vantaggio di un miglio sul Taeping, ma tutto poteva ancora accadere. La marea salì e finalmente i capitani fecero chiamare i rimorchiatori per iniziare la manovre, ma in quel momento, giunsero da Londra notizie sconvolgenti.

Le notizie da Londra
Riportavano che milioni di libbre di tè stavano per sbarcare nelporto londinese, quindi il prezzostava crollando clamorosamente. I mercanti che avevano scommesso fior di quattrini sul vincitore, rimpiansero il premio messo in palio e gli armatori si videro rovinati. A quel punto i rappresentanti delle compagnie marittime dell’Ariel e del Taeping si affrettarono e organizzarono una riunione a Londra in gran segreto. Decisero che non avrebbero avuto nulla da perdere, se avessero fatto un accordo, anch’esso ovviamente segreto: decisero che il primo clipper che avrebbe tagliato il traguardo, sarebbe stato proclamato il vincitore, ufficialmente, ma che il premio sarebbe stato diviso sottobanco con il perdente…

Chi vinse la sfida?
Come era da immaginare i sotterfugi causarono scontenti a non finire e la verità presto venne a galla. Bisognava prevedere che il prezzo del tè avrebbe subito un crollo, non si erano mai visti a Londra tanti velieri carichi di foglie verdi in pochi giorni. Ma all’epoca tutto era nuovo, molto da inventare e soprattutto da capire. Per due giorni interi sbarcarono nei porti di Londra qualcosa come 2000 tonnellate di tè fresco, poi ne arrivarono altre 4000, fu un disastro economico. Per gli inglesi, “la Grande Corsa del tè del 1866”, rimase la gara più memorabile nella storia delle imbarcazioni a vela.