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Turismo spaziale

Se come è spesso accaduto, gli appartenenti alle classi sociali più alte sono stati ii precursori di nuovi viaggi, allora si stanno aprendo le porte del turismo spaziale.
Il turista spaziale che si è aggiudicato il palmarés di primo in assoluto è stato Dennis Tito: miliardario, americano, sessantenne, ex scienziato della Nasa, nel 2001 ha trascorso una decina di giorni a bordo della Mir, la vecchia stazione russa.
L’ultima missione sulla Mir è stata la prima, nei suoi 14 anni di vita, finanziata da un’azienda privata.
Il prezzo del biglietto – venti milioni di dollari- è ancora un po’ caro per una diffusione di massa, anche se è assicurato l’all-inclusive.
A dispetto del prezzopare però che la lista d’attesa per salire a bordo della Mir assicurano alla Mircorp, la società al 60% dello Stato russo e al 40% in mano ai privati, è già lunga.
E poi se non si dispone di abbastanza denaro per andare in orbita ci saranno presto i viaggi suborbitali, voli a quote di circa 100 km dalla terra.
Ma non c’è solo il primo turista: è già nato anche il primo tour operator; Space Adventures, il tour operator con sede in Virginia, negli Stati Uniti, ha aperto le sottoscrizioni con acconto per i primi viaggi nel cosmo: tariffa-base, 100 mila dollari.
Non resta che dare spazio ai creativi del marketing per la costruzione dei pacchetti: viaggi suborbitali della durata di un’ora, weekend con sosta in hotel spaziali situati in orbite basse, settimana spaziale con passeggiate nello spazio.
Un altro turista stellare è stato il sudafricano Mark Shuttleworth, decollato dal cosmodromo di Baikonur a bordo del Soyuz con destinazione la stazione spaziale internazionale nata dalla collaborazione di russi e americani, alla modica cifra di 20 milioni di dollari, andata e ritorno (sono stati corretti, hanno praticato la stessa tariffa!)
Del suo viaggio i navigatori della rete possono leggere i resoconti ed ammirare i filmati sul sitowww.Africaninspace.com

Il charter spaziale
Al momento il problema principale sembra essere il mezzo di trasporto e per incoraggiare la costruzione di mezzi di trasporto privati la Fondazione americana X Prize – tra i fondatori un nome illustre il pilota Erik Lindbergh, nipote di Charles Lindbergh – ha messo in palio la somma di dieci milioni di dollari che andranno a chi riuscirà a realizzare un veicolo in grado di compiere viaggi consecutivi con almeno tre persone alla volta alla quota di cento chilometri da terra. Sono 17 le industrie americane, russe, argentine, britanniche in corsa per il premio.
Le previsioni parlano di veicoli pronti fra il 2002 e il 2005.
Senza contare gli uomini d’affari che hanno già deciso di investire su questa frontiera del turismo estremo: come il fondatore della prima compagnia per voli cosmico-turistici la Virgin Galactic Holdings di Richard Branson (il miliardario britannico dell’avventura del giro del mondo in pallone).
La Rotary Rocket di Redwood City, in California, ha mostrato le prime immagini del Roton, il primo prototipo di astronave progettata da privati. Si tratta di un razzo di forma conica, dotato di pale simili a quelle degli elicotteri, che consentono un ritorno controllato del razzo a terra.
Dopo il mezzo non resterà che creare i primi autogrill spaziali e non sono poi così lontani: la Wimberly Allison Tong & Goo, società inglese di architetti specializzata nella costruzione di hotel sta definendo il progetto di un edificio in grado di accogliere 100 persone in orbita terrestre.
Non potevano mancare i giapponesi: a Tokyo a Japan Rocket Society ha creato un team di ricercatori dedicato alla progettazione dell’astronave per andare e tornare dall’orbita comodamente e con sicurezza. Forse per una spinta decisiva ci vorrà, quando naturalmente la tecnologia lo consentirà, un nuovo Thomas Cook, il primo che sul finire dell’800 ebbe l’intuizione di rendere sicuri i viaggi per diffonderli.